Vi siete mai chiesti come fanno applicazioni come FaceApp a generare profitti per gli sviluppatori? Per scoprirlo avreste dovuto leggere le condizioni d’uso al primo avvio dell’app (cosa che probabilmente non avete fatto). In esse viene riportato che le vostre foto, quelle che avete usato per divertirvi con amici e parenti, non sono più vostre ma FaceApp può farne quel che vuole, anche sfruttarle per fini commerciali vendendole a terzi.
Dunque utilizzando il servizio concedete, in maniera del tutto legale visto che avete accettato le condizioni d’uso, che gli sviluppatori diventano titolari di ciò che è caricato nell’app. Inoltre, accettando le condizioni d’uso date agli sviluppatori una licenza perpetua, irrevocabile, non esclusiva, a titolo gratuito, mondiale”, una licenza che si intende “pienamente retribuita”, “trasferibile”, “cedibile” per l’uso”, la riproduzione, la modifica, l’adattamento, la pubblicazione, la traduzione, l’uso di opere derivate, la distribuzione”, utilizzabili nella “pubblica esecuzione e visualizzazione”.
A preoccupare maggiormente è il paragrafo, piccolo ma estremamente importante, in cui viene indicato che FaceApp ha il potere di memorizzare i contenuti indipendentemente se l’utente acconsente o no a farlo.
Gli USA temono una minaccia nazionale
La politica a cui vengono costretti gli utenti non sta piacendo a molti, tanto che il leader della minoranza al Senato americano, Chuck Schumer, ha avviato l’iter per un’indagine inviando una lettera alla Federal Trade Commission (FTC) e al Federal Bureau of Investigation (FBI).
Le maggiori preoccupazioni degli enti governativi americani stanno più sul funzionamento del servizio: una volta scattate, le foto passano per i server dell’azienda russa Wireless Lab OOO, con sede a San Pietroburgo, per essere analizzate ed elaborate con i vari filtri. Capite bene che, in un tempo di forte tensione fra USA e Russia, l’analisi di tutti questi dati oltre confine è visto come una potenziale minaccia.
FaceApp non rispetta il GDPR
Tra l’altro, in qualità di cittadini europei siamo tutelati dal GDPR che impone agli sviluppatori di dare a noi utenti la possibilità di cancellare qualsiasi dato abbiamo caricato (in questo caso le foto) e senza dover dare motivazioni a riguardo.
Purtroppo nelle condizioni d’uso la parola GDPR non appare nemmeno una volta, rendendo l’intero servizio perseguibile dalla UE con multe e sanzioni legate agli introiti annuali. Per maggiori informazioni sul GDPR, vi rimandiamo al nostro articolo dedicato.
FaceApp: le misure prese in Italia
In Italia sia il Codacons che Altroconsumo hanno invitato alla cautela e hanno deciso di presentare un esposto al Garante per la privacy affinché venga aperta un’indagine su questa vicenda “che mette rischio la sicurezza di milioni di cittadini”.
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