Dopo aver analizzato la situazione riguardante i benefici della sigaretta elettronica rispetto a quella tradizionale nel Regno Unito, quest’oggi torniamo in Italia a trattare le ultime novità inerenti al decreto “salva vaping”. Tale decreto è stato approvato dalla Commissione Finanze del Senato nella seduta numero 63 del 26 novembre 2018 e oggi approderà in Senato per essere vagliato.
Ad opera dei leghisti “Enrico Montani, Paolo Saviane e Massimiliano Romeo”, il 25-quater ex emendamento 8.0.1 ha diviso le associazioni e il settore del mondo dello svapo in generale, vedendo, da una parte coloro che hanno esultato per questa approvazione iniziale, dall’altra invece coloro che continuano a professare un fallimento degli obiettivi prefissati, come anche politici, riguardanti le promesse fatte in passato.
Andando ad analizzare nel dettaglio l’emendamento: lo svapo non uscirà dal monopolio e rimarrà in AAMS, mentre la tassa pur sempre esistente verrebbe abbassata a circa 40 centesimi sui flaconi da 10 millilitri di liquido senza nicotina e circa 80 centesimi ogni 10 millilitri su quelli contenenti liquido con nicotina. Caso diverso invece per la NIC H2O (nicotina in acqua) fino ad ora venduta senza alcuna limitazione di gradazione di nicotina all’interno, sarà infatti possibile venderla solamente seguendo la regolamentazione TPD che obbliga a vendere in flaconi da 10 ml con una concentrazione massima di 20mg/ml.
Nessuna tassazione prevista invece per gli aromi, il glicole propilenico e glicerolo vegetale purchè vengano venduti singolarmente e non miscelati.
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