Starlink, il servizio di accesso a internet satellitare di SpaceX, ha introdotto di recente un “supplemento per uso extraterritoriale”, una sorta di costo extra destinato alle persone che attivano i kit Starlink al di fuori dell’area geografica in cui sono stati originariamente venduti.
Benché non esplicitamente dichiarato, è logico immaginare sia principalmente per limitare il problema del bagarinaggio, considerato che vari rivenditori non autorizzati sogliono acquistare l’hardware per far funzionare Starlink nei luoghi in cui costa meno per poi rivenderlo altrove a prezzi più elevati.
Cosa sapere sui supplementi di Starlink per le attivazioni extraterritoriali
Starlink prevede sette aree di acquisto (Europa, Stati Uniti/Canada, Oceania, America Latina, Africa, Medio Oriente e Asia) e due supplementi diversi in base al tipo di kit hardware di Starlink acquistato: 200 dollari per i kit Standard e Standard Motorizzato, 300 dollari per il kit Mini. Per inciso, l’azienda specifica che questi supplementi possono essere applicati in dollari statunitensi o nella propria valuta locale, supplementi le cui cifre potrebbero variare anche in seguito alla volatilità dei cambi di valuta e delle imposte locali.
Stando a quanto riporta Starlink nella pagina dedicata, si legge tuttavia che non è certo che questi supplementi vengano applicati (in caso di attivazione di un kit Starlink al di fuori dell’area geografica in cui è stato originariamente venduto, come anticipato) ma possibile: si legge “Se hai acquistato un kit Starlink da un rivenditore non autorizzato, è possibile che al tuo ordine venga applicato tale costo”. Il suggerimento dell’azienda è infatti quello di assicurarsi di acquistare i kit Starlink solo dai canali ufficiali (starlink.com) o dai distributori autorizzati della propria area (qui l’elenco dei rivenditori ufficiali), considerando sempre le sette aree di acquisto citate.
Per esempio, comprare il kit hardware Starlink Mini in Italia costa molto meno che sul mercato statunitense, 399 euro invece di 599 dollari, differenze che talvolta sono ancora più marcate considerando i prezzi di vendita di vari e-commerce, in cui l’hardware necessario per far funzionare l’internet satellitare di Elon Musk è spesso in vendita a prezzi molto più concorrenziali di quelli dei rivenditori ufficiali.
E questi “supplementi per uso extraterritoriale” sono la naturale conseguenza. Il fatto che non vanno a colpire direttamente i bagarini, cioè chi li vende come distributore non autorizzato, ma gli utenti finali, ovvero chi li acquista, è un altro discorso.
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