Come i gatti, l’azienda di Cupertino riesce a cadere sempre in piedi: nonostante i profitti globali nel terzo quadrimestre 2019 siano diminuiti dell’11%, Apple è riuscita a detenere oltre il 66% dei profitti dell’industria smartphone con un andamento pressoché costante durante tutto l’anno.
I competitor non stanno a guardare, ma è difficile dividersi le altre fette di mercato, soprattutto grazie ai mercati in cui Apple è profondamente radicata, come USA, Europa e Giappone. I livelli di profitto che l’azienda riesce a mantenere sono semplicemente un sogno per la concorrenza, in particolare per il settore mobile, che rappresenta oltre il 32% dei ricavi totali dell’azienda. Un terzo della ricchezza dell’azienda arriva quindi dal settore smartphone, che rimane uno dei prodotti più apprezzati dal pubblico, con un grado di soddisfazione altissimo e servizi ad-hoc che complimentano l’esperienza d’uso.
Nonostante i suoi terminale siano paragonabili a quelli della concorrenza, Apple è riuscita a creare un valore aggiunto alla propria linea di iPhone, ad esempio attraverso la creazione di servizi che fanno leva sulle insicurezze degli utenti, come Apple Care, oppure attraverso l’offerta di servizi che soddisfano le esigenze degli utenti e si integrano in modo perfetto all’interno del suo ecosistema di dispositivi, come Apple Arcade. Possiamo decidere di giocare a oltre 100 titoli, senza pubblicità o acquisti in-app, ovunque vogliamo: sul nostro Mac, sul nostro iPad, sul nostro iPhone o persino su Apple TV, se ne possediamo una. Il tutto ad un prezzo estremamente competitivo, e che diventa quasi ridicolo se si pensa che per 4,99€/mese possiamo invitare altri 5 membri della famiglia a godersi i titoli.
Come dicevamo però, la concorrenza di certo non è contenta, ma sta cercando di aggredire fette maggiori di mercato. Al secondo posto troviamo Samsung, con il 17% totale dei profitti del mercato smartphone. Una crescita sensibile rispetto al quadrimestre precedente, grazie all’introduzione sul mercato del Samsung Note 10, accolto positivamente, oltre alla nuova line-up di smartphone Galaxy A.
Come si nota dal grafico, gli altri quattro brand che seguono a ruota sono tutti cinesi: Huawei, Xiaomi, Oppo e Vivo. I profitti sono minori a causa della loro politica aggressiva, che punta a saturare il mercato con un’ampia offerta di prodotti, ma non solo: spesso viene offerto un ottimi connubio di caratteristiche hardware a prezzi più bassi, che fanno abbassare considerevolmente il prezzo medio di vendita. In ultima analisi, questo fattore contribuisce negativamente sui margini di profitto per dispositivo venduto. In passato la stessa Xiaomi ha ammesso di voler seguire “la regola del 5%“, cercando di vendere prodotti in cui il suo profitto non fosse superiore al 5% del suo valore.
Ecco perché, a fronte di profitti più bassi, si cerca di vendere servizi accessori, ed in questo Xiaomi è ormai maestra: con il suo ecosistema di prodotti, e la piattaforma di crowdfunding YouPin, sforna decine di nuovi prodotti ogni mese. Parliamo di prodotti smart e non prodotti da aziende esterne, che però alla base hanno la stessa filosofia di Xiaomi: fornire prodotti di qualità ad un costo contenuto.
E per gli altri brand? Sicuramente il 2020 sarà un anno interessante, dato che l’adozione su larga scala del 5G potrebbe essere la carta vincente per poter vendere più terminali dotati della nuova tecnologia di rete. Gli utenti dovrebbero essere consapevoli che serviranno almeno altri 2-3 anni, alle nostre latitudini, affinché una vera rete 5G mmWave, quella con prestazioni nettamente superiori all’attuale 4G/LTE, sia diffusa e fruibile in luoghi che non siano solo il centro delle maggiori città.
Huawei, Vivo, Oppo e Xiaomi sfrutteranno però la corsa al 5G per poter aumentare i prezzi dei propri prodotti, ed aumentare quindi i profitti sulla vendita di dispositivi di fascia alta. Anche Apple sta lavorando duramente con Qualcomm, così da offrire la tecnologia 5G nei prossimi iPhone 12 che, siamo sicuri, costeranno più dell’attuale generazione.
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