Sviluppare due infrastrutture in fibra ottica parallele non è remunerativo né per Open Fiber né per TIM. Per questa ragione, sia l’ANSA che Il Sole 24 Ore hanno anticipato che sarebbero in corso trattative tra le due aziende per la collaborazione reciproca nelle aree interessate dai bandi Infratel.
In parole povere, ciò significherebbe che TIM potrebbe aver deciso di noleggiare i servizi fibra di Open Fiber in alcuni di quei comuni interessati dal piano Banda Ultra Larga (BUL) del Governo, invece che investire per portare la propria fibra e fare concorrenza a Open Fiber. Sull’altro fronte, Open Fiber potrebbe impiegare una parte delle condutture o altre infrastrutture di TIM nei comuni dove è presente con il suo progetto di sviluppo privato.
Per quanto riguarda gli utenti, si tratterebbe sicuramente di una vittoria su tutti i fronti, con i quasi 7mila cantieri per cablare con fibra di Stato già programmati e, in alcuni casi, già in fase avanzata, che permetterebbero di velocizzare e non poco la fornitura dei servizi Internet.
É bene precisare che la rete unica sarebbe fattibile solo per quei comuni legati ai bandi Infratel e non per il progetto “privato” di Open Fiber per portare la fibra in 271 città d’Italia in collaborazione con Wind Tre, Vodafone, Fastweb (da poco), Tiscali, e altri operatori più piccoli.
In tal senso TIM è rimasta a lungo alla finestra e non è chiaro se l’accordo per le aree a fallimento di mercato possa preludere a qualcosa di più in quelle competitive a parte una (presunta) sinergia nell’uso di cavidotti per passare la fibra.
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