L’eterna lotta tra Google e Apple è una infinita battaglia a colpi di hardware e software: se da una parte l’azienda di Cupertino tiene per sè un’enorme fetta di mercato fatta di dispositivi fisici (come iPad, iPhone, Mac etc), dall’altra Google domina il mercato dei servizi grazie all’altissima percentuale di persone che utilizzano i suoi servizi.

Non staremo qui a girarci intorno: è molto difficile, se non impossibile, decretare quale azienda offra i migliori servizi in senso assoluto. Questo perchè a volte i loro prodotti sono simili, rendendo facile una comparazione e la scelta su quale sia il migliore, ma il più delle volte sono profondamente differenti o legati a particolari dinamiche che rendono la scelta dell’uno o dell’altro difficile.

Ad esempio alcuni servizi di largo consumo, come iMessage e Facetime, sono installati e disponibili esclusivamente sui dispositivi iOS. Se possediamo un iPhone o un iPad possiamo utilizzarli tranquillamente insieme alla nostra personale selezione di servizi Google, ma non è vero il contrario: se abbiamo a disposizione un dispositivo Android o Windows purtroppo non avremo accesso a questi servizi esclusivi.

In questa guida faremo luce sui servizi Apple e Google più utilizzati, le loro differenze e il modo migliore per utilizzarli. Non siamo qui per giudicare quale prodotto sia il migliore, ma darvi indicazioni concrete sulle loro funzionalità per guidarvi nella scelta consapevole del servizio che più si addice alle vostre esigenze, in particolar modo quei servizi che sono a pagamento.

Indice rapido Google vs Apple [Parte I]

Indice rapido Google vs Apple [Parte II]

Apple Music vs YouTube Music

Partiamo con uno dei servizi più utilizzati su entrambe le piattaforme: lo streaming musicale. Apple per anni ha dominato il mercato grazie ad iTunes, che ora è stato diviso in tre app secondarie: Apple Music, Podcast e TV.

D’altra parte, Google per anni ha avuto Google Play Music, ma a partire dal 2018 ha avviato un lungo processo che porterà alla sua chiusura in favore di YouTube Music.

Entrambi i servizi si prefiggono lo stesso obbiettivo: mettere a disposizione del cliente un vasto catalogo musicale/video per l’ascolto di contenuti musicali, ma lo fanno in modo profondamente differente.

Apple Music mette a disposizione oltre 50 milioni di brani senza pubblicità, con la possibilità di scaricare e ascoltare offline i brani. Per quanto riguarda il prezzo si parte da 4.99€ al mese per gli studenti, 9.99€ al mese per account individuali e 14.99€ al mese per un account famiglia, composto da un massimo di 6 account singoli che verranno registrati sotto lo stesso account famiglia. C’è un periodo di prova gratis per un mese.

YouTube Music non ha un catalogo musicale ben definito perchè, oltre i milioni di brani musicali presenti su Google Play Music ha a sua disposizione lo sconfinato spazio di YouTube, con tutti i suoi contenuti: remix, cover, eventi live in esclusiva ed anche concerti registrati dal vivo. Vogliamo cercare un particolare remix di una canzone che ci piace per sentirla con un ritmo differente? Con YouTube Music possiamo farlo, a differenza della stragrande maggioranza dei servizi musicali. Inoltre, il meccanismo predittivo che ci fa scoprire nuova musica partendo dai nostri gusti è qualcosa di magico: c’è tutta la potenza dei miliardi e miliardi di ricerche totalizzate in anni sul portale di YouTube, il che assicura una pertinenza ai nostri gusti musicali davvero incredibile. Il costo per accedere a YouTube Music è di 9.99€ al mese, e sarà possibile avere un piano famiglia a 14.99€ al mese: anche qui è previsto un periodo di prova gratuita per la durata di tre mesi.

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iCloud vs Google Drive

A differenza di Google, che tende a separare i suoi servizi nonostante facciano riferimento allo stesso account, Apple gestisce in maniera differente l’archiviazione dei nostri dati personali attraverso iCloud.

Con iCloud possiamo creare un indirizzo di posta elettronica personale e avere a disposizione 5GB di spazio gratuito per poter effettuare il backup dei nostri dati dai dispositivi iOS, o semplicemente di caricare documenti/foto su di esso. Non c’è nessun costo per il piano base, mentre se sentiamo l’esigenza di avere a disposizione un quantitativo di spazio maggiore possiamo passare ad un piano a pagamento: 50GB al mese per 0.99€, 200GB al mese per 2.99€ e 2TB per 9.99€ al mese.

Google Drive è legato alla creazione di un account Google, e dell’indirizzo di posta elettronica ad esso connesso: appena creato, il nostro account potrà ospitare gratuitamente 15GB di dati. Possiamo trasferire documenti, foto, video ed effettuare il backup dei nostri dati in maniera gratuita e senza occupare spazio, in particolar modo se utilizziamo un dispositivo Android. Ad esempio, il backup delle nostre chiamate, dei messaggi, delle impostazioni del nostro telefono non va ad intaccare la soglia dello spazio disponibile, così come il backup di Whatsapp: dallo scorso anno infatti il salvataggio dei contenuti Whatsapp su Google Drive non intacca la soglia gratuita di spazio a disposizione, a differenza del salvataggio su iCloud. Se vogliamo avere maggiore spazio a disposizione, possiamo acquistarlo con una soglia mensile: 100GB al mese per 1.99€, 200GB per 2.99€, 2TB per 9.99€ al mese ed infine 10/20/30TB per 99.99€/199.99€/299.99€ al mese.

App Store vs Google Play Store

Entrambi gli store provvedono alla distribuzione, nei rispettivi ecosistemi, di app, giochi e servizi per i dispositivi Android/iOS.

App Store è ad oggi lo store in media più remunerativo per gli sviluppatori di applicazioni, con una media profitto più alta rispetto alla controparte Google. Apple trattiene il 30% di ogni transazione effettuata all’interno dell’App store, sia essa l’acquisto di app e servizi sia microtransazioni all’interno delle app, come l’acquisto di un pacchetto filtri per app fotografiche. In generale, nonostante in totale il numero di app totali sia inferiore a quello presente sul Google Play Store, la qualità è solitamente più elevata, con alcune app esclusive che fanno davvero la differenza per gli utenti professionisti e non che hanno bisogno di app altamente specializzate.

Google Play Store è dotato di circa il 30-40% in più di applicazioni, ma c’è da considerare che tantissime non sono perfettamente compatibili con le nuove release di Android perchè non più aggiornate da tempo. Anche qui, Google trattiene il 30% di ogni transazione effettuata all’interno dello store. In genere, Google è molto più lasciva nei confronti degli sviluppatori ed il processo di approvazione delle app è più breve ed economico, ecco perchè è possibile trovare app specifiche per il modding dei dispositivi Android o che consentono modifiche strutturali profonde all’aspetto o al funzionamento del nostro smartphone/tablet/Chromebook che non potremo mai trovare sull’App Store.

Apple Pay vs Google Pay

I pagamenti contactless stanno prendendo piede anche in Italia, ed entrambe le aziende offrono un servizio che consente di utilizzare il proprio telefono/smartwatch come sistema di pagamento contactless utilizzando la tecnologia NFC.

Basta infatti avvicinare il nostro smartphone Android/iPhone ad un POS contactless per poter pagare senza la necessità di avere contanti con noi, oppure utilizzare il servizio per l’acquisto di prodotti nelle migliaia di siti ed esercizi che supportano Apple Pay e Google Pay.

Apple Pay è in esclusiva disponibile sui dispositivi iOS: iPhone, iPad, Apple Watch e MacBook. A partire da iPhone SE tutti i modelli di smartphone sono compatibili con Apple Pay, così come tutti gli Apple Watch. Per quanto riguarda iPad e Mac meglio consultare il sito ufficiale Apple e guardare tra le informazioni riportate per esserne sicuri al 100%.

Il servizio Apple Pay consente di associare una carta di credito/debito appartenente al circuito VISA/Mastercard/Maestro/Vpay di una delle seguenti banche: Alianz Prima, American Express, Banca Mediolanum, Boon by Wirecard, Buddybank, Bung, Carrefour Banca, Carta BCC, Cassa Centrale, Casse Rurali Trentine (carte di credito), Cassa di Risparmio Sparkasse (carte di credito MasterCard e Visa), Crédit Agricole (Cariparma, Friuladria, Carispezia) (carte di credito), ExpendiaSmart, FinecoBank, Hype, Intesa Sanpaolo, Monese, N26, Nexi (comprese le carte emesse da CartaSi e ICBPI), TIMpersonal, Unicredit e Widiba.

Come si può notare, alcuni grandi banche o istituti di credito non sono presenti nella lista: al giorno d’oggi, ad esempio, non è possibile utilizzare Apple Pay con nessuno dei conti correnti/carte di Poste Italiane, ma in futuro potrebbe non essere così. Questo perchè il funzionamento di una carta è legato agli accordi che gli istituti stringono con Apple, la quale applica una percentuale sui trasferimenti con carta di credito del 3%.

Google Pay è il servizio di pagamenti contactless sviluppato da Google, analogo nel funzionamento a quello di Apple. Nel mondo Android è necessario avere due requisiti per poter utilizzare Google Pay: un dispositivo sicuro, e la presenza sul telefono di un chip NFC. Per quanto riguarda il primo punto, questo esclude categoricamente dispositivi con bootloader sbloccato, con i permessi di root acquisiti o con a bordo una ROM modificata, quindi attenzione se siete amanti del modding: esistono delle scappatoie come Magisk (stiamo parlando di Android dopotutto), ma non lo consigliamo per la maggior parte degli utenti. Bisogna inoltre avere un dispositivo con a bordo Android 5.0 Lollipop o superiore per poter utilizzare il servizio di pagamenti contactless.

Il servizio Google Pay consente di associare una carta di credito/debito/prepagata appartenente al circuito VISA/Mastercard/Discover/American Express di una delle sgeguenti banche: Nexi, Widiba, Banca Mediolanum, N26, Wirecard, Revolut, Hype, Banca Iccrea, Unicredi SPA, UBI Banca, PostePay S.p.A., BPER Banca, Banco di Sardegna, Cassa di Risparmio di Bra, Cassa di Risparmio di Saluzzo, Banca Popolare dell’Alto Adige, Fineco, Bunq.

Siri vs Assistente Google

Sia Google che Apple offrono ai propri utenti, in maniera totalmente gratuita, due assistenti digitali che sfruttano tutta la potenza del machine learning e dell’intelligenza artificiale per renderci la vita più semplice e smart.

Siri è l’assistente digitale di Apple che è universalmente riconosciuto da tutti per essere stato il primo nel suo genere e con una distribuzione su così larga scala, in anticipo su tutta la concorrenza. Grazie all’apprendimento del linguaggio naturale e alla sua natura ironica, Siri è in grado di riconoscere in modo rapido quelli che sono i comandi più comuni che vengono impartiti sui dispositivi iOS e soprattutto, gode di una buona reputazione da parte del pubblico.

Attraverso i comandi vocali possiamo effettuare ricerche sul web, gestire chiamate e messaggi, salvare note vocali, fissare appuntamenti, controllare il meteo, avviare la fotocamera per scattare una foto o un selfie, chiedere di ascoltare una playlist attraverso i servizi musicali installati sul nostro dispositivo, gestire i dispositivi smart home attraverso il framework HomeKit e molto altro.

Possiamo chiedere a Siri di chiamarci con un nickname a nostra scelta, rendendo l’interazione molto più personale. Inoltre, Siri impara automaticamente dalle nostre routine: se ad esempio scegliamo di sentire una certa playlist ogni giorno ad una determinata ora, magari perchè andiamo a correre proprio a quell’ora, con il passare del tempo Siri ci consiglierà di avviare lo streaming musicale automaticamente. Dal 2018 Siri è stato ulteriormente potenziato attraverso i cosidetti Shortcuts, in italiano Comani Rapidi: app di terze parti possono essere integrate con i comandi di Siri per espandere ulteriormente le funzionalità di Siri e la possibilità di creare routine complesse da svolgere quando impartiamo uno specifico comando vocale. L’assistente digitale Siri è disponibile esclusivamente per i dispositivi Apple e non possiamo utilizzarlo su quelli Android/Windows.

Assistente Google è arrivato dopo, ma con tutta la potenza computazionale dei server di Google e i processi di machine learning e reti neurali sviluppati dall’azienda di Mountain View fa impallidire qualsiasi altro assistente digitale in circolazione. Disponibile per tutti i dispositivi Android e facilmente utilizzabile anche su iOS, dove è presente nell’App Store, fornisce risultati alle nostre richieste molto più esaustivi e pertinenti rispetto a Siri.

L’assistente Google è talmente intelligente che riesce a gestire richieste in sequenza sfruttando la correlazione tra le richieste: se chiediamo il meteo a Milano e poi subito dopo un ristorante nelle vicinanze, Google restituirà il risultato di ricerca per la zona di Milano e non quella in cui ci troviamo, perchè deduce che probabilmente stiamo pianificando un viaggio a Milano.

Assistente Google comprende il supporto a più lingue rispetto a Siri, e anche se non sarà dotato della sua peculiare ironia (ma ci stanno lavorando su, NdR) è in grado di effettuare molte più operazioni, sostenendo lunghe conversazioni utilizzando il linguaggio naturale o adoperando le routine. Ad esempio possiamo chiedere “Ok Google, operazione buongiorno” e impostare una complessa routine che fa accendere le luci, notifica il meteo per la giornata, ci fa ascoltare le news, accende la macchina del caffè ed infine imposta una playlist musicale di nostra scelta.

Possiamo gestire tutti i nostri dispositivi domotici attraverso Google Home, il framework rivale di Apple HomeKit, dove possiamo controllare tutti i dispositivi singolarmente, per gruppi o per stanza di appartenenza. Assistente Google è al top quando si tratta di ricercare informazioni per noi, e restituisce risultati con un indice di pertinenza/soddisfazione dell’utente di quasi il 90%, mentre Siri si ferma solo al 75%.

Google vs Apple: chi vince?

Finisce qui la prima parte della guida ai migliori servizi Google vs Apple e a come sfruttarli al meglio: se siete interessati a scoprire altro cliccate qui per andare alla seconda parte della guida!

Come sempre vi raccomandiamo di farvi la vostra personale opinione provando personalmente i differenti servizi, e scegliendo quello che più si addice alle vostre esigenze. In particolar modo, se siete utenti Apple, siete avvantaggiati nella scelta del servizio che più vi si addice dato che potete mescolare app e servizi Apple con quelli di Google per avere il massimo dei due mondi. Purtroppo altrettanto non si può dire per tutti gli utenti dell’ecosistema Google, con molte app e servizi preclusi a chi è al di fuori delle mura dorate dell’azienda di Cupertino.

Ora è il vostro momento: volete chiederci un consiglio su altri servizi/app Google o Apple? Secondo voi i servizi di Google/Apple sono migliori dell’altro? Il box dei commenti qui in basso è a vostra disposizione!