La battaglia legale tra Apple ed Epic Games, creatori dell’iconico videogioco Fortnite, ormai giunta al terzo anno della saga, si è arricchita di un altro capitolo il quale ha visto il colosso di Cupertino uscire vittorioso dal ricorso mosso dalla casa di sviluppo nel novembre 2021 in seguito alla decisione emessa dal Nono Circuito d’Appello degli Stati Uniti il quale ha stabilito che Apple non è “monopolista ai sensi delle leggi antitrust federali o statali”. Scopriamone i dettagli e quali ripercussioni potrebbe avere sull’App Store.
Indice:
I motivi della contesa tra Apple ed Epic Games
La maggior parte degli appassionati ricorderà l’inizio della saga legale tra le due aziende, provocata dall’aggiramento delle politiche di pagamento dell’App Store di Apple da parte di Fortnite che scelse di aggiungere un’opzione proprietaria di pagamento diretto su iPhone al fine di evitare la tassazione dell’App Store. La risposta di Apple non si era fatta attendere con conseguente rimozione dell’app (decisione ancora in auge); mossa che spinse, nell’agosto del 2020, Epic Games a citare in giudizio il colosso accusandola di politiche monopolistiche sull’App Store a causa della famigerata commissione del 30% sulle transazioni richiesta a tutti gli sviluppatori e impedendo a questi ultimi l’indirizzamento dell’utente verso metodi di pagamento esterni, politica su cui l’azienda si è dimostrata da sempre inflessibile.
La questione, nel corso degli anni, ha finito per generare un acceso dibattito riguardo l’isolamento monastico dell’ecosistema Apple e sulle ferree politiche che regolano il pagamento all’interno delle applicazioni creando le solite opinioni polarizzanti quando si discute del colosso di Cupertino.
Apple vince l’ennesima battaglia legale ma solo parzialmente
Veniamo ai giorni nostri, in particolare alla giornata di ieri, in cui, anche questa volta, la giuria ha respinto il ricorso di Epic Games del novembre 2021 asserendo come l’App Store protegga la privacy e i dati sensibili degli utenti pur offrendo agli stessi la libertà di scelta sull’utilizzo della piattaforma:
Con le attuali restrizioni di Apple, gli utenti sono liberi di decidere quale tipo di piattaforma di transazione utilizzare. Gli utenti che apprezzano la sicurezza e la privacy possono scegliere (acquistando un iPhone) la piattaforma chiusa di Apple e pagare un prezzo leggermente più alto per le app. Gli utenti che vogliono prezzi più bassi possono (acquistando un dispositivo Android) scegliere una delle numerose piattaforme di transazione di app aperte, che forniscono una sicurezza e una privacy leggermente inferiori.
Le restrizioni di Apple creano un mercato eterogeneo per le piattaforme di transazione delle app che, di conseguenza, aumenta la concorrenza, ovvero l’obiettivo principale della legge antitrust.
È bene sottolineare come la vittoria nel ricorso di Epic Games in questo specifico appello riguardi l’accusa di politiche monopolistiche da parte dei produttori di Fortnite che la corte ha respinto. Discorso diverso per quanto concerne l’altra accusa mossa nei confronti del colosso, il quale ha dovuto incassare una sconfitta in materia di acquisti in-app per cui il tribunale ha altresì stabilito che Apple non potrà impedire agli sviluppatori di indirizzare gli utenti verso metodi di pagamento di terze parti.
La sentenza non rappresenta una sorpresa in quanto riguarda una politica che l’azienda si sta preparando ad alleggerire per venire incontro alle richieste, sempre più rigide, dei regolatori. Come affermato anche dal sempre affidabile Mark Gurman il quale sostiene che in iOS 17 potremmo assistere a importanti cambiamenti in tal senso tra cui anche l’apertura del sistema operativo verso marketplace di terze parti ma solo in Europa, si vocifera. In tal senso, Microsoft e proprio Epic Games sarebbero pronte a sbarcare con il proprio app store.
Ricapitolando, la corte ha respinto l’accusa di monopolio mossa da Epic Games ma allo stesso tempo si allinea al Digital Markets Act, varato dai regolatori europei lo scorso novembre al fine di inquadrare, attraverso regole certe, i mercati digitali e i cosiddetti Gatekeeper. Per tutti i dettagli in merito, vi invitiamo a consultare il nostro articolo dedicato.
L’App Store potrebbe non essere più lo stesso, c’è aria di rivoluzione
Se le premesse e le speculazioni dovessero rivelarsi veritiere, l’App Store potrebbe presto rendersi protagonista di una vera rivoluzione sia per quanto concerne il mero funzionamento che per le politiche (o dogmi) che hanno contribuito a plasmare l’identità del giardino dorato di Apple.
Il colosso, in tal senso, ha celebrato la vittoria in appello sottolineando, peraltro, il disaccordo sulla questione riguardante i metodi di pagamento di terze parti sulla quale la corte si è espressa in favore di Epic Games.
La decisione odierna riafferma la clamorosa vittoria di Apple, con nove reclami su dieci decisi a favore di Apple. Per la seconda volta in due anni, un tribunale federale ha stabilito che Apple rispetta le leggi antitrust a livello statale e federale. L’App Store continua a promuovere la concorrenza, guidare l’innovazione e ampliare le opportunità e siamo orgogliosi del suo profondo contributo sia agli utenti che agli sviluppatori di tutto il mondo.
Siamo rispettosamente in disaccordo con la sentenza del tribunale sull’unica richiesta rimanente ai sensi della legge statale e stiamo valutando un’ulteriore revisione.
La vicenda legale tra Apple e Fortnite, iniziata come mera diatriba tra due aziende, si è rapidamente rivelata come l’occasione per affrontare un argomento annoso e per molto tempo passato sotto traccia come la regolamentazione dei pagamenti nei mercati digitali dei vari sistemi operativi finendo per scoperchiare il proverbiale vaso di Pandora. Un dibattito che ha generato il varo di norme come il DMA e la decisione della corte di cui sopra che finiranno, che Apple lo voglia o meno, per riscrivere gli standard dell’industria.
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