All’inizio del mese di marzo è arrivata la conferma ufficiale da parte di Apple circa il rinvio al 2026 del grosso aggiornamento in chiave IA di Siri ma nelle ultime ore lo scenario sembra assumere contorni leggermente diversi.

Stando a un nuovo report proveniente dagli Stati Uniti, infatti, pare che il colosso di Cupertino non abbia del tutto accantonato i piani relativi al rilascio delle nuova (e potenziata) versione dell’assistente già nell’autunno del 2025 e, di conseguenza, con la prima versione di iOS 19. Ciò potrebbe sposarsi alla perfezione con il contenuto di un altro report che suggerisce l’apertura di Apple alle intelligenze artificiali di terze parti per potenziare l’assistente, rimasto troppo indietro rispetto alla concorrenza.

Nuovo Siri, capitolo terzo

Tra le funzionalità della suite Apple Intelligence annunciate in fase di presentazione, avvenuta lo scorso 10 giugno, rientravano grossi miglioramenti per Siri, l’assistente digitale della Mela morsicata rimasto troppo indietro rispetto ai competitor.

Di tutte le funzionalità promesse da Apple, con i vari aggiornamenti intermedi di iOS 18 ne sono state diffuse solo alcune: un design rinnovato e più moderno, la possibilità di scrivere all’assistente, la capacità di rispondere a domande inerenti ai dispositivi Apple, una migliore comprensione del linguaggio naturale e l’integrazione con ChatGPT per la gestione di task più complessi.

Dopo il rilascio di queste novità è partita una vera e propria epopea legata a quando le altre funzionalità promesse sarebbero state rilasciate dal colosso di Cupertino:

Arriviamo al presente ed è qui che si concretizza il capitolo 3 della vicenda. Stando a quanto riportato nell’edizione odierna del New York Times (via macrumors.com), fonti interne ad Apple mostrano fiducia per il rilascio autunnale del rinnovato Siri.

Apple non ha cancellato la sua versione rinnovata di Siri. L’azienda prevede di lanciare un assistente virtuale in autunno, in grado di fare cose come modificare e inviare foto a un amico su richiesta, secondo quanto affermato da tre persone a conoscenza dei suoi piani.

Né 2027, né 2026, quindi. Apple crede ancora nel rilascio per l’autunno 2025 che, in soldoni, potrebbe tradursi con iOS 19 (o al più con iOS 19.1, primo aggiornamento intermedio che solitamente arriva nel mese di ottobre).

Quali funzionalità (già annunciate) mancano all’appello?

Facciamo ora un doveroso passo indietro per vedere quali sono le funzionalità di Siri che Apple ha annunciato alla WWDC24 ma che non sono mai state rilasciate (anche se pubblicizzate dal colosso di Cupertino che ha anche ricevuto svariate citazioni in giudizio per i ritardi):

  • Contesto personale: l’assistente dovrebbe essere in grado di imparare dalle abitudini dell’utente, apprendere informazioni personalizzate da messaggi, e-mail, file, foto e altri dati dell’utente, fornire aiuto attivo e proattivo in base al contesto (attualmente, ogni richiesta è scollegata da quella successiva).
  • Consapevolezza del contenuto presente sullo schermo: l’assistente dovrebbe imparare a capire cosa rappresenti il contenuto presente sullo schermo e ad agire di conseguenza.
  • Integrazione profonda nelle app: l’assistente dovrebbe avere la capacità di gestire compiti più complessi che implicano l’utilizzo di più app, anche contemporaneamente.

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C’è spazio per una “retro con grattata”

Come anticipato in apertura, tutto questo ragionamento sembra sposarsi alla perfezione con un’altra questione (tipo “retro con grattata”) che ci viene illustrata dal portale The Information e che fa seguito alle difficoltà interne di cui vi abbiamo parlato a metà marzo.

Apple avrebbe deciso di tornare sui propri passi e “accogliere” le IA di terze parti sotto al proprio tetto in un modo diverso da quello fatto finora (ad esempio, abbiamo visto l’integrazione di ChatGPT per quei compiti che l’assistente non sarebbe altrimenti in grado di assolvere).

Fino a oggi, Apple ha sfruttato esclusivamente modelli sviluppati in casa, etichettati come responsabili dei fallimenti registrati finora (e di parte del ritardo accumulato rispetto ai competitor). Con le nuove direttive, il team di sviluppo potrà attingere direttamente ai modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM) di altre aziende e integrarli direttamente per le funzionalità di Siri.

Le IA di terze parti potrebbero cambiare Siri in maniera sostanziale

Con la possibilità di sfruttare modelli ben fatti e già esistenti, per il team di sviluppo non dovrebbe essere difficile implementare in Siri potenzialità più complesse che possano portarlo al livello degli assistenti digitali concorrenti.

Inoltre, le performance dell’assistente dovrebbero essere nettamente superiori rispetto a quelle disponibili attualmente. L’unico punto di domanda è quello riguardante la privacy, aspetto su cui Apple ha sempre puntato (dato che la maggior parte delle proprie funzioni IA funziona in locale, mentre le altre sfruttano un meccanismo di cloud privato): anche con gli LLM di terze parti, la situazione rimarrà invariata?

Ammesso che tutto ciò si riveli corrispondente al vero, troveremo tutte le risposte del caso alla WWDC25, edizione 2025 della conferenza per sviluppatori della Mela morsicata che si svolgerà dal 9 al 13 giugno e che sarà l’occasione di conoscere tutte le novità di Apple Intelligence ma anche tutte le nuove versioni dei sistemi operativi, a partire da iOS 19 (che potrebbe cambiare di molto per allinearsi all’estetica di visionOS).