Se non avessi altro che due parole per salire in cattedra e giudicare direi che le Samsung Galaxy Buds2 Pro sono molto valide. Ma visto che in queste settimane non mi è mancata l’occasione di provarle per bene (senza uno smartphone Samsung recente, per inciso) e in parecchie circostanze diverse, ne approfitto e vi racconto senza filtri cosa mi è piaciuto e cosa no.
Sono passati quasi due mesi dal primo approccio, devo dire piuttosto entusiastico per vari motivi che vi risparmio. E al di là di qualche difficoltà iniziale nel capire come posizionarle bene per apprezzare la qualità audio, la relazione è stata felice e in linea con le attese, nonostante qualche problema relativo alla cancellazione del rumore, un problema piuttosto significativo che non si è risolto nemmeno col primo aggiornamento.
Ma partiamo dalle principali novità delle Samsung Galaxy Buds2 Pro che le differenziano dalle cuffie che vanno a sostituire, per poi snocciolare il necessario.
Indice:
Le novità delle Samsung Galaxy Buds2 Pro
Putacaso vi fosse sfuggita, qui trovate la nostra recensione del modello che queste Samsung Galaxy Buds2 Pro vanno a “pensionare”. Sono necessarie le virgolette per il semplice motivo che queste ultime restano sul mercato (logico) e, per via del fisiologico calare del prezzo, saranno per molti la scelta più lucida fra le due. Ma qui siamo già nel campo delle considerazioni finali. Quindi, un passo indietro e limitarsi alle novità sostanziali che differenziano i due modelli.
Primo: audio Hi-Fi a 24 bit. Questo aggiornamento del Samsung Seamless Codec (lo chiamano così), codifica l’audio a 24-bit che viene poi decodificato dalle cuffie Galaxy Buds2 Pro affinché la qualità sonora venga conservata appieno. È sicuramente la novità più grossa e pubblicizzata da Samsung, nonostante sia una particolarità che non tutti possono apprezzare visto che serve un dispositivo Galaxy con la One UI 4.0 o superiore. Secondo: sono più leggere (pesano 5,5 grammi ciascuna) e piccine, del 15% secondo quanto dichiara Samsung, il che, combinato con una riprogettazione ad hoc della struttura, promette una tenuta e un comfort migliori. E ciò nonostante l’autonomia dichiarata è la stessa delle Galaxy Buds Pro. C’è poi il Bluetooth 5.3 e l’Audio LE (in arrivo) e un nuovo altoparlante coassiale a due vie a garanzia di una qualità audio che, ritroveremo poi.
Design, costruzione e comfort
La custodia di trasporto e di ricarica è praticamente la stessa del modello precedente, il che non è affatto un male. Il meccanismo di chiusura è ottimo, fin troppo deciso, seppur non rumoroso (merito di un gommino messo apposta per questo). Di LED ce ne sono due: uno interno che segnala lo stato di carica delle cuffie, uno esterno che indica il livello di batteria residua della custodia stessa. Quest’ultima è abbastanza piccola, piuttosto solida e realizzata in plastica, con una finitura un pizzico granulosa, che al tocco dà subito l’idea della qualità di ciò che nasconde.
Le Samsung Galaxy Buds2 Pro restituiscono la medesima sensazione di prodotto di pregio, con la parte che dà all’esterno da indossate che presenta una superficie sensibile al tocco che risulta un pelo più liscia rispetto al resto. Vuoi per la natura del prodotto, per forza di cose legate alla forma priva di asticella che occupa interamente il padiglione auricolare, vuoi per un’eccessiva superficie touch utile, non è raro incappare in tocchi involontari che vanno ad attivare determinate funzioni nell’intento di sistemare le cuffie nell’orecchio.
Garantita la resistenza all’acqua, tramite certificazione IPX7: tradotto significa che potete immergerle fino a un metro di profondità per massimo 30 minuti, e che potete pertanto lavarle sotto al rubinetto (in teoria), e utilizzarle anche per lo sport senza alcun problema, ammesso che il vostro padiglione auricolare riesca a tenerle ben salde.
A tal riguardo, nonostante quanto prometta Samsung, personalmente non ho riscontrato una tale tenuta che mi abbia permesso di utilizzarle durante attività piuttosto movimentate (la corsa ad esempio). C’è tuttavia da dire che hanno retto bene a varie sedute di ciclismo indoor, nonostante diversi bagni di sudore; giusto l’accortezza di sistemarle di tanto in tanto per evitare capitomboli.
Discorso comodità nulla da dire. Nonostante siano delle in-ear, una volta capito il set di gommini giusto (ce ne sono tre in confezione, oltre al cavo USB C per la ricarica) il comfort è davvero notevole. Probabilmente sono le in-ear più comode che abbia mai provato (se la memoria non mi inganna).
Le (tante) funzioni software, quasi tutte per tutti
Già le precedenti cuffie di funzioni ne avevano a bizzeffe. Le Samsung Galaxy Buds2 Pro, ammesso che abbiate un Samsung, hanno tutto quel che serve e anche di più. D’altronde, visto quanto costano, è legittimo chiedere tanto, ma a patto che non le utilizziate con un iPhone, l’app companion Galaxy Wearable non esiste sull’App Store, la carne al fuoco non manca (e non escludiamo ulteriori funzionalità con i futuri aggiornamenti). È proprio tramite questa applicazione che le cuffie si gestiscono, app scaricabile dal Google Play Store e quindi compatibile con tutti gli smartphone Android recenti (4.3 o superiori).
Partiamo dall’ANC intelligente, dal sistema di cancellazione attivo del rumore. Si avvale di microfoni che permettono di ridurre il rumore circostante e i suoni provenienti dall’ambiente. Grazie a Rilevamento Vocale, non appena le cuffie capiscono che l’utente inizia a parlare, spengono l’ANC, abbassano il volume e attivano la modalità Suono ambientale per poi riattivarlo dopo tot secondi trascorsi dal termine della conversazione. È comoda per ascoltare in maniera chiara chi ci sta parlando o i rumori ambientali quando necessario, una funzione preziosa perché rende praticamente inutile togliersi le cuffie dalle orecchie vista la bontà dell’amplificazione di suoni e rumori circostanti.
C’è da dire che, nonostante l’efficacia di quest’ultima modalità e la resa abbastanza genuina dei rumori seppur abbastanza metallica, risulta un po’ fastidioso il rumore di sottofondo, ben percepibile quando le cuffie non riproducono nulla o a volume basso. Nulla da eccepire per quanto riguarda invece la bontà dell’eliminazione dei rumori, che ho particolarmente apprezzato in città, in auto, ma anche in aereo, fra piagnistei infiniti di neonati e altri disagi vari, per inciso.
Curiosando nell’app Galaxy Wearable ci sono poi tante altre funzioni più e meno utili che vanno a completare l’esperienza d’uso. È possibile ad esempio attivare i promemoria per lo stretching del collo, testare la vestibilità (cioè se avete indossato bene le cuffie), l’opzione per farsi leggere le notifiche, Rilevamento orecchio per chiamate che è in grado di riprodurre l’audio in cuffia o tramite gli altoparlanti del telefono se si indossano le cuffie o meno, o la funzione che, con l’aiuto di SmartThings mette le cuffie al sicuro da smarrimenti, anche senza custodia, custodia che integra anche un allarme che si attiva e invia una notifica d’avviso per impedire di dimenticarle.
I controlli touch
Purtroppo la maggior parte dei controlli non sono personalizzabili, a parte la funzione sperimentale posta nella sezione Labs, “Doppio tocco bordo auricolare”, una chicca che permette di alzare e abbassare il volume. Chicca perché, pur essendo già disponibile anche sulle precedenti Galaxy Buds Pro, si tratta di un’opzione piuttosto interessante che non si basa sul touch, ma sul movimento che le cuffie rilevano. Detta altrimenti, basta fare un doppio tocco sulla guancia, sull’osso cranico o altrove (comunque in prossimità delle cuffie visto che lo debbono percepire), per abbassare (a sinistra) o alzare (a destra) il volume di un po’.
Gli altri controlli sono standard e, probabilmente per via della già citata superficie sensibile al tocco fin troppo efficace, che giocoforza causa tocchi involontari quando le si prova a sistemare, vanno sempre a segno. Un tocco singolo per Play/Pausa, doppio per passare alla traccia successiva, triplo per tornare alla precedente, mentre la pressione prolungata attiva l’ANC o il Suono Ambientale (si può tuttavia personalizzare scegliendo altre azioni). Questione chiamate, con un doppio tocco si risponde o si riaggancia, mentre per rifiutare serve la pressione prolungata. Per inciso, tutti i controlli sono attivabili e disattivabili singolarmente.
Le lacune e le esclusive Samsung
Purtroppo è una grossa lacuna l’assenza del multi-point, una tecnologia nient’affatto rara o recente che permette di collegare le cuffie a più dispositivi Bluetooth contemporaneamente, preziosa ad esempio per tenerle connesse sia allo smartphone che al computer semplificando così il passaggio da una sorgente all’altra, una funzione che vantano ad esempio le Pixel Buds Pro (che abbiamo recensito qui). È assente anche l’auto play, ma c’è la pausa automatica, seppur si attivi solo quando si rimuovono entrambe le cuffie, fattore che può essere limitante in alcuni casi.
C’è poi la funzione Auto Switch, che in parte va a sopperire a tale mancanza, ma funziona solo con gli smartphone e tablet Samsung con OneUI 3.1 o superiore, coi Galaxy Watch4 o successivi e coi più recenti Samsung TV (quelli prodotti da febbraio 2022). Altra noia, per chi non ha un Galaxy, è l’assenza dell’associazione rapida con popup con cui collegare le cuffie al volo non appena si va ad aprire la custodia di ricarica. Anche il supporto vocale di Bixby e la Modalità Gioco (la latenza è bassa comunque) non sono disponibili al momento per tutti gli smartphone.
Come suonano e quanto durano
Ci sono anche altre funzioni esclusive riservate ai dispositivi Samsung, fra cui l’Hi-Fi a 24-bit e 360 Audio, fra cui la prima rappresenta una delle novità principali e più sbandierate dall’azienda. Come anticipato, personalmente non ho potuto apprezzare appieno tale funzione per via del fatto che, non avendo un Samsung recente (cioè con la One UI 4.0 o superiore) ho avuto modo di provarla per un periodo di tempo molto limitato. Con la musica ho avuto sempre un rapporto stretto, sia per studio che per diletto e svago, ma non sono affatto un audiofilo, ragion per cui non intendo giudicare la bontà di tale modalità, comunque decisamente limitata per i più, visto che per apprezzarla oltre a quanto detto servono servizi di streaming che supportano l’alta risoluzione come Tidal HiFi Plus, o dei FLAC, ad esempio. Quindi scordatevi di percepire la benché minima differenza usando Spotify et similia.
Questione 360 Audio, legata al Dolby Head Tracking, mi limito a dire che a mio parere si tratta più che altro di un extra carino, ma che la maggior parte di voi temo userà poco, e che comunque era già presente sulle precedenti Galaxy Buds Pro.
Detto questo le Samsung Galaxy Buds2 Pro suonano bene, molto bene. I diffusori stereo garantiscono un’ampia frequenza di risposta, i bassi sono piuttosto profondi e ben resi, mai eccessivi; brillano letteralmente gli alti particolarmente nitidi e coloriti; anche la separazione degli strumenti è notevole e appagante, la distribuzione nello spazio efficace con la scena musicale che viene ricostruita in maniera egregia. Nulla da dire sul timbro sonoro di queste cuffie, la resa è in ogni situazione adeguata.
Le ho provate ascoltando musica di vario genere, rock, soul, jazz, pop, rap, classica; davvero, non deludono e assicurano sempre delle prestazioni più che convincenti, ottime. E il volume? Decisamente elevato. Ma non dimentichiamocelo, sono d’altronde cuffie di fascia molto elevata. Peccato non avere carta bianca sull’equalizzazione, ma ma solo sette preset su cui fare affidamento (per inciso, a mio parere e per il timbro che io preferisco, consiglierei di impostare l’equalizzatore sul profilo “Dinamico”).
E l’audio in chiamata? Idem, nulla da eccepire, anzi. Anche i microfoni funzionano molto bene e riescono a eliminare abbastanza bene i rumori ambientali, il vento e, nel contempo, a restituire un parlato naturale e chiaro.
Autonomia
Discorso autonomia, la scheda tecnica e le stesse dimensioni delle Samsung Galaxy Buds2 pro ci avvertono subito: la batteria, da 58 mAh, fa quel che può. Samsung dichiara 5 ore di riproduzione continua con ANC attivo (8 quando spento), fino a 18 ore usando la custodia, 29 con ANC disattivato, custodia che è da 500 mAh. In chiamata l’autonomia dichiarata è di 3,5 ore con ANC e 4,5 senza con la custodia, che permette di raggiungere rispettivamente 14 o 15 ore.
In base alle mie prove i numeri tornano e, certo non brillano se paragonati anche a cuffie più economiche. Consola la presenza della ricarica wireless e veloce che, nelle giornate più lunghe e intense, può salvare.
I problemi riscontrati
Prima di chiudere il cerchio su queste Samsung Galaxy Buds2 Pro è necessario che vi spieghi un paio di problemi che ho riscontrato in questi due mesi di utilizzo, che sono in parte anche causa del tempo in più che mi sono preso prima di raccontarvi le mie impressioni. Premessa, non escludo siano difetti di fabbrica esclusivi delle mie cuffie, ma ci tengo a segnalarli, visto il costo e il resto.
In primis, il sibilo. In breve, la cuffia sinistra in alcune situazioni emette un fischio particolarmente acuto che mi obbliga a toglierle dall’orecchio. Ho notato che ciò accade quando i microfoni della stessa percepiscono suoni forti (mi capitat spesso mentre mi soffio il naso), ma anche in altre situazioni, ad esempio muovendo l’auricolare nell’orecchio per sistemarlo o a volume troppo elevato. Queste ultime due occasioni le ho riscontrate non molto frequentemente e, dall’aggiornamento installato negli scorsi giorni non mi è più successo. Ciò non vale invece per il primo difetto che, ne sono quasi convinto, è comunque legato allo stesso problema relativo alla cancellazione del rumore: quando disattivata ciò non accade, ragion per cui immagino sia legato per l’appunto legato ai microfoni della cuffia sinistra. E per inciso, questo stesso problema, era già emerso online su Reddit e su altre sedi relativo alle precedenti Galaxy Buds Pro. Basta digitare su Google la chiave “galaxy buds pro whistling” per farsi un’idea.
Nuova cuffia, nuovo “problema” per queste mie (sfortunate?) Samsung Galaxy Buds2 Pro, seppur decisamente minore e relativo all’impermeabilità (anzi alla resistenza all’acqua). Nonostante la certificazione IPX7, che teoricamente dovrebbe garantire immersioni in acqua fino a 1 metro di profondità per 30 minuti, ho riscontrato nella cuffia destra stavolta, una diminuzione sensibile del rumore dopo averle lavate sotto il rubinetto per meno di 30 secondi. Andando a provarle dopo circa un’ora quest’ultima si sentiva appena a paragone della sinistra, problema che via via è andato diminuendo col passare dei minuti fino a scomparire completamente dopo un’altra ora di ascolto. Normale? Non direi proprio visto che, non soddisfatto, ho riprovato e ottenuto lo stesso risultato.
Conclusioni
Niente rulli di tamburi, il mio giudizio è abbastanza positivo e ormai palese. La qualità audio c’è e non si discute, la riduzione del rumore e il suono ambientale sono molto efficaci, i microfoni sono buoni (unità difettose a parte) le funzioni software sono tante e utili, l’app companion è chiara, le cuffie sono ben fatte, gradevoli e comode da indossare.
Ma oltre ai problemi riscontrati, restano anche i vari ma citati: le funzioni più particolari e caratteristiche riservate ai Samsung (o meglio, ai recenti Samsung), l’autonomia così così, l’assenza del multipoint, e la superficie touch un po’ troppo sensibile (causa dei tocchi involontari quando le si prova a mettere a posto) moderano un bel po’ la valutazione. La concorrenza è agguerrita e, 229 euro di listino non sono pochi, anche se non è raro trovarle in offerta.
Chi ha un Samsung farebbe bene a considerarle, specie se desidera avere un prodotto capace di offrire tanta qualità audio corroborata da quella cifra Hi-Fi che è ad oggi un unicum nel settore. Per gli altri le alternative non mancano, seppur a livello di puro audio senza fili qui ci troviamo al vertice. Comunque, se vi hanno convinto, potete acquistarle dallo Store di Samsung o su Amazon.
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